Continuano gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari in Puglia. Dall’inizio del 2024 non si riesce a bloccare un fenomeno che sta mettendo a dura prova il personale che opera nelle strutture sanitarie, a partire dai pronto soccorso. Lo scorso anno, dai dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e socio-sanitarie, si rileva che in Puglia ci sono state 116 aggressioni con 158 operatori coinvolti, praticamente almeno una aggressione ogni tre giorni per restare ai dati dichiarati, se poi ci aggiungiamo le tante aggressioni verbali e quelle che non vengono effettivamente registrate, allora i dati assumono ben altra dimensione. Un dato comunque allarmante – dichiara Luigi Lonigro, Segretario Generale della FP CGIL Puglia – e nel 2024 il trend non è certo in diminuzione, anzi. Infatti, numerose sono le aggressioni che hanno interessato nel corso del 2024 le diverse province pugliesi. L’ultima nei giorni scorsi si è verificata a Maruggio, in provincia di Taranto.
Tra i profili professionali maggiormente interessati dalle aggressioni troviamo quello degli infermieri, seguito da quello dei medici, mentre i luoghi dove avvengono più spesso le aggressioni, nell’ordine, sono il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e ovviamente i Pronto Soccorso.
La situazione – continua Lonigro – è ormai insostenibile. Tanti i casi di lavoratrici e lavoratori che chiedono di essere trasferiti, mentre iniziano a verificarsi anche casi di dimissioni per le aggressioni ma anche per le condizioni in cui si è costretti a lavorare.
La Regione Puglia ha adottato recentemente, lo scorso 31 luglio, delle linee guida in materia di “prevenzione, protezione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e socio-sanitari” che prevedono misure concrete per migliorare la sicurezza del personale, gestire episodi di violenza segnalati, e monitorare gli eventi sentinella al fine di prevenire il ripetersi degli stessi, introducendo figure deputate alla comunicazione con pazienti e famiglie oltre all’assistenza psicologica alle vittime e una particolare attenzione alla formazione del personale. Sicuramente si tratta di misure utili a contenere le aggressioni in ambito sanitario, ma una delle ragioni più frequenti per cui avvengono le aggressioni sono da individuare nei tempi di attesa (soprattutto nei pronto soccorso) o perché si ritiene l’intervento dell’operatore sanitario non adeguato, motivazioni che molto spesso sono strettamente collegate alle condizioni di lavoro e alle carenze di organico.
Per questo, come FP CGIL, insistiamo nel chiedere l’immediata adozione di tutte quelle misure necessarie a contrastare questo fenomeno, a partire dalle assunzioni di nuovo personale. Infatti, i piani occupazionali non vanno solo adottati ma vanno anche attuati e sollecitamente, considerato che la Puglia è una delle regioni che presenta le maggiori carenze di personale.
Dalla Regione, se realmente vuole affrontare il fenomeno delle aggressioni in sanità, ci aspettiamo da subito lo sblocco delle assunzioni e l’adozione delle misure indicate nelle linee guida approvate lo scorso 31 luglio, perché dalle parole è bene passare ai fatti. Noi vigileremo perché questo accada, pronti a mettere in campo tutte le iniziative a tutela di quel personale che merita di lavorare serenamente, in modo da potersi dedicare al proprio lavoro senza dover convivere con il timore che da un momento all’altro possa accadere il peggio.