All’Assessore alla Sviluppo Economico – Regione Puglia
Dott. Alessandro Delli Noci
Ai Presidenti Consorzi ASI
dott. Paolo Pate – BARI
dott. Domenico Bianco – Brindisi
dott. Agostino De Paolis – Foggia
dott. Massimo Albanese – Lecce
geom. Costanzo Carrieri – Taranto
Per esaminare nel modo più consono la proposta di modifica di l.r. in oggetto, abbiamo preliminarmente e necessariamente inquadrato l’ordinamento legislativo dei Consorzi industriali, sin dalla data di costituzione, e gli effetti prodotti dal legislatore regionale sul comparto, e in ultimo la l.r. n.2/2007 vigente, dalla quale il ddlr proposto prende spunto.
Osserviamo come premessa che, per un intervento normativo di siffatta rilevanza regionale, sarebbe stata opportuna ed utile una maggiore e più ampia possibilità di confronto e preliminare interlocuzione, finalizzata ad approfondire in modo più esaustivo le tematiche che hanno mosso l’assessorato ad elaboratore la proposta bozza di disegno di legge e gli obiettivi eventualmente perseguibili a regime.
Ciò premesso, evidenziando per sintesi le seguenti tematiche:
a) costituzione del Consorzio Puglia industria e del Consorzio Bari Industria;
b) costituzione delle società in house ASI Puglia Industria S.p.A. e ASI Bari Industria S.p.A.;
c) organi – art. 6 ddl;
d) indennità ai componenti il Consiglio di Amministrazione – art.9 ddl;
e) norme urbanistiche di riferimento;
f) relazioni con le imprese insediate;
riteniamo opportuno formulare le osservazioni che seguono:
a) Costituzione del Consorzi Puglia Industria e Bari Industria.
Il territorio regionale presenta differenti peculiarità, per la particolare forma allungata e per le sue caratteristiche morfologiche.
Tra la provincia di Foggia, dall’estensione di 7.008 km2 la più ampia delle provincie pugliese, e le –
provincie di Brindisi (1.861 km2), Taranto (2.467 km2) e Lecce (2.799 km2), quest’ultime tre contigue, vi è una considerevole distanza (Foggia – Brindisi km 237) ed una discontinuita geografica e territoriale non indifferente.
Il prospettato processo di fusione tra i Consorzi ASI di Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto trova, di fatto, impedimenti di natura localizzativa, organizzativa ed infrastrutturale. Gli stessi Consorzi, infatti, sino ad ora hanno avuto un impatto diverso sul territorio di riferimento, unici soggetti a programmare una politica industriale territoriale/ regionale.
Un processo di fusione, inoltre, che penalizzerà, sottraendo risorse, tutti quei Consorzi che hanno avviato, ormai da tempo, una politica di sostenibilità finanziaria.
Dalla lettura dei Bilanci di esercizio, resi disponibili dai singoli Consorzi sui siti istituzionali, emerge il seguente quadro economico:
Il processo di fusione, quindi andrebbe certamente a gravare sui Consorzi più virtuosi, devastando la sostenibilità dei singoli piani industriali in termini di:
- difficoltà gestionali del nascente Consorzio ASI Puglia da fusione, in quanto i disequilibri dei bilanci degli enti meno virtuosi ricadrebbero sui consorzi virtuosi, con peggioramento della qualità dei servizi resi alle aziende insediate nei territori di competenza ( disattendendo la mission dei consorzi) e consequenziale impossibilità di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Tale effetto si aggraverebbe nell’ipotesi prospettata dalla norma, di fusioni parziali nonché in conseguenza della mancata previsione normativa del ripianamento di eventuali disavanzi;
- sottovalutazione dei costi di unificazione della attività di gestione;
- impossibilità di individuare un’adeguata localizzazione della governance, se non a discapito di alcuni territori.
Il processo di fusione, invece, non riguarderebbe il Consorzio ASI di Bari, lasciando la situazione inalterata con mero cambio di denominazione in« Consorzio Bari Industria». Tale anomalia sembra essere giustificata dalla teorica possibilità di attingere risorse dai fondi per la città metropolitania – come da notizie di stampa locale e regionale.
E’ di ampia diffusione, sul territorio regionale, la costituzione di Contratti Istituzionali di Sviluppo, a valenza provinciale, che, come per le città metropolitano, potrebbere garantire apporti finanziari per la realizzazione di infrastrutture a servizi in favore dei Consorzi ASI di Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto, con conseguente sostenibilità finanziaria ed infrastrutturale.
Il ddl così redatto, tra l’altro, sembra andare ad interferire con l’unica vera programmazione di politica industriale regionale posta in essere nell’ultimo ventennio.
Si ricorda che l’assessorato competente ha avviato, dall’agosto 2018, una procedura negoziata per la selezione ed il finanziamento di strategie di riqualificazione delle aree industriali regionali. Le opere finanziate ammontano a 50 milioni di euro circa, somme messe a disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione, avevano l’obiettivo di garantire l’evoluzione delle attuali aree industriali pugliesi verso un sistema più maturo ed al passo con i tempi, rappresentato dal modello di A.P.P.E.A. (Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata). Tale procedura negoziata denominata SIRAI spinge verso l’innovazione (di processo, organizzativa, gestionale e decisonale territoriale) in un momento particolare come quello che stiamo vivendo per effetto della pandemia da COVID-19. Interrompere tale utile processo, con una nuovo legge regionale che non ne tenga assolutamente conto, pare limitare in partenza il ddl proposto.
Pertanto, pare funzionale alle politiche industriali regionali da porre in atto, la necessità di verificare prima gli effetti della SIRAI e conseguentemente rivalutare la questione sul ddl di riordino dei Consorzi pugliesi.
b) Costituzione delle società in house ASI Puglia Industria S.p.A. e ASI Bari Industria S.p.A.
La costituzione delle società in house comporterà certamente un incremento dei costi di gestione (nuovo CdA, costi aggiuntivi per servizi, depotenziamento delle risorse umane per distacco del personale dai Consorzi, ecc.), andando ad interferire con tutte quelle attività di gestione dei servizi consortili che sino ad oggi sono state l’unica fonte certa di sostegno economico dei Consorzi (tale analogia è evidenziata dalla situazione economica particolare in cui si versa l’ASI S.p.A. di Bari, esperienza arrivata al capolinea!), che non godono, come noto, di fondi pubblici per la gestione ordinaria.
c) Organi – art. 6 ddl.
Non è ben chiaro il motivo per cui la Regione, a fronte di un ingresso formale nei Consigli di Amministrazione dei costituendi Consorzi con due componenti di nomina diretta del Governatore, non entri con proprio capitale nel fondo di dotazione e nel ripiano di eventuali disavanzi, onere posto a carico degli enti territoriali previsti dalla norma (Comuni, Province, CCIAA e degli eventuali ulteriori enti o organismi partecipanti come Associazioni degli industriali, degli artigiani, dei commercianti e organizzazioni cooperative).
d) Indennità ai componenti il Consiglio di Amministrazione – art.9 ddl.
Il proposto ddl non pone alcun tetto per il compenso dei Presidenti dei costituendi Consorzi né tanto meno per i componenti dei relativi Consigli di Amministrazione. Tale aspetto inciderà negativamente sui costi di gestione e sui relativi bilanci.
e) Norme urbanistiche di riferimento.
Il ddl predisposto non pone in alcun modo in relazione i singoli Piani Regolatori vigenti dei Consorzi esistenti con gli aspetti urbanistici che rinverranno certamente dalla fusione del costituendo Consorzio ASI Puglia. Tali Piani, che hanno la valenza di piani Territoriali di Coordinamento, sono il cardine della politica industriale dei Consorzi esistenti. Non è stato dettagliato alcun aspetto normativa a riguardo, ponendo dubbi sulle procedure derivanti. Così come il ddl non fa alcun cenno alle modalità operative, dei costituendi Consorzi, da adottare per la gestione delle attività consortili siano esse di natura pubblicistica che privatistica.
g)Relazioni con le imprese insediate.
La L.R. n.2 del 8 marzo 2007 vigente, all’ art.16 prevede:” Per i consorziati e le imprese insediate, il regolare pagamento di quote, contributi e corrispettivi di servizi costituisce requisito essenziale per accedere ai finanziamenti regionali, nazionali e comunitari di cui al Piano operativo regionale.” II ddl proposto non pone alcuna relazione tra la regolarità nel pagamento delle quote, contributi e corrispettivi di servizi con la possibilità di accedere a finanziamenti, qualunque sia la loro fonte. Si ritiene che il ddl ne debba prevedere l’inserimento ritenendolo utile per la sostenibilità dei servizi consortili da erogare.
Conclusioni
Sulla scorta di quanto sin qui rappresentato, esprimiamo la nostra assoluta contrarietà alla proposta di legge regionale e riteniamo opportuno proporre una discussione politica che cominci dai territori e preveda un necessario governo di livello regionale di raccordo delle questioni nell’ambito delle prerogative della Presidenza della Regione, data la strategicità delle strutture in discussione.
Una discussione che abbia come obiettivo principale il rilancio delle aree industriali ma anche con la finalità di affrontare le difficoltà in cui incorrono alcuni territori, con l’obiettivo di risolverle, senza pregiudicare la ovvia specificità territoriale di ciascuna ASI.
Una trattazione che inserisca anche la questione delle aree industriali e dei consorzi ASI all’interno di
una più generale discussione sul modello di sviluppo industriale che si intende dare alla nostra regione.
In attesa di riscontro si porgono cordiali saluti.
Giuseppe Gesmundo
Segretario Generale CGIL Puglia
Domenico Ficco
Segretario Generale FP CGIL Puglia