Atto di Alta Organizzazione. Modello Organizzativo “MAIA 2.0” – Osservazioni

Al Presidente della Giunta Regionale dott. M. Emiliano
Al Capo Gabinetto dott. C. Stefanazzi
All’Assessore al Personale e Organizzazione dott. G. Stea
Al Direttore di Dipartimento dott. A. Albanese
Al Direttore di Sezione dott. N. Paladino
REGIONE PUGLIA

A oltre due mesi dalla sua approvazione, le scriventi Organizzazioni sindacali hanno finalmente potuto verificare i contenuti del documento approvato con la del. G .R. n. 197 4 del 7 dicembre 2020, pubblicato sul BURP n. 14 del 26 gennaio 2021 (!) e adottato con DPGR n. 22 del 22/001/2021.

Il documento, non solo è molto tardivo, ma, soprattutto, non appare assolutamente in linea con il percorso di cui si è discusso nella riunione del 29 dicembre 2020, percorso che doveva essere funzionale ad una razionalizzazione complessiva della struttura organizzativa dell’Amministrazione Regionale, affinché fosse allineata agli obiettivi strategici di sviluppo.

Il tutto mentre si continua ad incentivare il numero delle strutture di consulenza su singole materie, peraltro affidate non si capisce sulla base di quali competenze, aggravando così ulteriormente il caos dei rapporti tra Dipartimenti e Agenzie, cui oggi si aggiungono oggi ulteriori Consiglieri del Presidente liberi da ogni responsabilità amministrativa con inevitabili sovrapposizioni e confusione di ruoli.

Il documento approvato interviene, peraltro in modo piuttosto disordinato e con numerosi errori e imprecisioni, sulla struttura vigente. Documento che contravviene all’impegno assunto nell’incontro del 28 dicembre, in cui il Capo di Gabinetto aveva confermato che il percorso di revisione, a partire dalla macrostruttura, fosse condiviso con le Organizzazioni Sindacali – pur confermandone le modifiche, che avrebbero dovuto limitarsi al mero adeguamento del numero delle strutture dipartimentali, con l’annunciato e motivato incremento dei Dipartimenti da 6 a 1 O per assicurare la coincidenza tra deleghe assessorili e articolazioni della macrostruttura.

Va subito detto che nessuna delle richieste sindacali è stata accolta:

  • MODELLO AMBIDESTRO. Non viene affatto superato il modello ambidestro. Al contrario, questo astratto e, alla prova dei fatti, inefficiente modellino viene riproposto con la sostanziale conferma del ruolo delle Agenzie come delegati alla progettazione delle strategie, mentre i Dipartimenti sarebbero preposti all’esecuzione delle politiche. In contrasto con le funzioni istituzionali delle amministrazioni regionali e in contraddizione con la scelta di individuare molte agenzie come organismi intermedi per la spesa dei fondi strutturali. Questa confusione dei ruoli, impedisce, peraltro, veri investimenti sulle competenze;
  • NUMERO E QUALITA DELLE STRUTTURE APICALI – La condivisione dell’incremento del numero dei Dipartimenti da 6 a 10, doveva rispondere ad una precisa logica di razionalizzazione ed efficientamento amministrativo, Il modello approvato, al contrario, non solo mantiene sostanzialmente intatto il numero di strutture autonome (cui si aggiungono i nuovi 4 dipartimenti) ma ne conserva il velleitarismo di fondo, con la creazione di strutture che non rispondono ad obiettivi veri di efficienza amministrativa;
  • MICRO-ORGANIZZAZIONE – era stato assunto l’impegno di non intervenire sulla struttura, per affrontare la problematica con le organizzazioni sindacali. Al contrario, mentre vengono risistemate (anche con diversi refusi) le Sezioni preesistenti nelle strutture dei Dipartimenti, si mette pesantemente mano alle articolazioni della Presidenza. Si assiste ancora una volta ad un proliferare di Sezioni, o strutture ad esse equiparate, e di servizi all’interno del Gabinetto e all’interno della Segreteria Generale. Si arriva addirittura a disegnare una Sezione per curare il cerimoniale e i grandi eventi, mentre si chiudono o eliminano sezioni in settori cruciali per l’Amministrazione (!), incidendo negativamente sulle possibilità future di articolazione razionale e funzionale delle altre strutture regionali.
    La struttura delle Sezioni all’interno dei Dipartimenti sembra il risultato più di un pastrocchio realizzato da chi non conoscendo la macchina amministrativa, e continuando a seguire una logica baronale che ha già prodotto enormi danni all’amministrazione negli ultimi anni, ignora le annose situazioni di oggettiva sofferenza di alcune strutture e di ingiustificato sovradimensionamento di altre, e soprattutto non tiene conto delle priorità strategiche dell’Ente Regione.

E’ pur vero che si prevede un ridisegno di questo quadro pasticciato ma ciò viene realizzato dando mandato ai Direttori di Dipartimento di definire la struttura interna a ciascun Dipartimento, senza condividere indicazioni omogenee per tutti i Dipartimenti anche al fine di riequilibrare le situazioni assolutamente sperequate ereditate dal primo modello MAIA, rivelatosi ampiamente inadeguato.
Peraltro, aver affidato la definizione della macchina amministrativa ai Direttori di Dipartimento ( da Maia, alla gestione delle P.O. fino a quella del personale), a soggetti esterni all’amministrazione e scarsamente interessati alla crescita della stessa, si è rivelato l’errore più disastroso del precedente quinquennio, che ha prodotto il vero e proprio smantellamento di alcuni settori dell’amministrazione (si pensi al Lavoro e Formazione, al Welfare, all’Agricoltura) e l’assurda compressione degli investimenti in personale in settori decisivi come la Sanità.

Ci si impegna di discutere con i Sindacati, quindi, ma le scelte sembrano invece andare in direzione contraria.

Il significativo ritardo con cui si sta intervenendo sul modello organizzativo ha inoltre imposto l’adozione della delibera n. 85 del 28 gennaio 2021, con la inevitabile decisione di prorogare ulteriormente gli incarichi dei dirigenti di Sezione e di Servizio fino al prossimo 30 aprile, in ciò comprendendo anche tutti gli incarichi ad interim e di vicariato che, come tutti sanno, equivalgono ad una sostanziale scopertura delle posizioni dirigenziali, e che allo stato attuale riguardano molte posizioni davvero strategiche per l’intera Amministrazione regionale: solo a titolo esemplificativo si citano la Sezione Lavori Pubblici, la Sezione Risorse strumentali e tecnologiche sanitarie, la Sezione Inclusione Sociale attiva, e molte altre. In questo modo si congelano situazioni più che precarie, rallentando di fatto la capacità operativa di strutture strategiche per la Giunta Regionale proprio nella delicata fase di gestione della crisi sociale ed economica connessa all’emergenza sanitaria da COVID-19 e nella delicata fase della programmazione strategica per la ripartenza in tutte le aree di politiche pubbliche. Inoltre si continuano a preservare alcune posizioni dirigenziali che sfuggono da sempre alla rotazione, nonostante le previsioni di legge, così da non intaccare alcune discutibili scelte volute dai vertici amministrativi.

Insomma, accumulare un enorme ritardo nel processo di revisione complessiva del modello organizzativo, per riproporne proprio gli aspetti più deteriori. e senza offrire un minimo di soluzioni flessibili ancorchè temporanee per superare emergenze organizzative e gestionali, denota evidentemente la non conoscenza delle condizioni reali della macchina amministrativa, della condizione di sospensione che si rileva in diverse strutture in cui ormai mancano sia i dirigenti di Sezione che quelli di Servizio, della condizione di demotivazione di molti dipendenti lasciati veramente allo sbaraglio o in attesa anche per settimana prima di ricevere feedback o semplici firme dai dirigenti ad interim.

I tempi previsti minano alla base la funzionalità di interi comparti dell’Amministrazione ancora per altri mesi, oltre quelli già trascorsi dalla nomina della nuova Giunta Regionale e dalla approvazione dello stesso provvedimento in questione.

Questo approccio non può essere quello che la nuova Amministrazione, il Presidente e l’Assessore al Personale, la nuova Giunta hanno dichiarato di voler realizzare. Occorre cambiare strada, subito.
Si definisca un percorso con step temporali chiari e vincolanti per il completamento della definizione del modello organizzativo e della sua applicazione, si fissino criteri omogenei e chiari per la riorganizzazione interna alle Sezioni tenendo conto il più possibile di priorità strategiche, oggettivi carichi di lavoro. attribuzioni di legge, responsabilità contabili e gestionali, questo nelle more che si concluda finalmente il percorso lungo e articolato per la cd. pesatura delle strutture, si dia subito la possibilità di riportare alla almeno parziale operatività strutture completamente sospese in questo momento e danneggiate quasi irrimediabilmente negli ultimi anni.

Questi gli spunti che vogliamo lanciare, ribadendo ancora che rimaniamo in attesa di una convocazione per ridefinire insieme un modello organizzativo che vada a traguardare in modo più consono possibile, il momento drammatico che stiamo attraversando.
Si rimane in attesa di urgente riscontro.

FP CGIL PUGLIA
D. Ficco

CISL FP PUGLIA
G. Melissano

UIL FPL PUGLIA
G. Vatinno

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