AGENZIA ENTRATE – CHIARIMENTI SU PROTOCOLLO D’INTESA REGOLAMENTAZIONE LAVORO AGILE PER EMERGENZA COVID-19

In premessa dobbiamo ricordare che l’Agenzia già il 9 settembre u.s. aveva presentato una proposta sul lavoro agile che, unitariamente, era stata rigettata con forza. A fronte di ciò abbiamo elaborato unitariamente un documento che recepisse in modo più esaustivo la problematica dal punto di vista della conciliazione dei tempi di vita/lavoro.

L’incontro del 15 settembre ha fatto registrare dei passi avanti rispetto alla parte “regolamentare”, in specie sui rientri in presenza e/o alla scelta volontaria di permanere in lavoro agile e sugli istituti che possono consentire le modalità di svolgimento delle attività in lavoro agile. In merito a questi aspetti, però, la nostra O.S. ha suggerito degli ulteriori perfezionamenti affinché si potesse pervenire all’effettiva sottoscrizione dell’accordo. E con questo intendiamo la mancata applicazione di tutele sia di natura contrattuale che normativa (fruizione dei permessi a ore della l.104/1992).

Tuttavia abbiamo chiaramente sottolineato che i nodi da sciogliere riguardavano in special modo la parte “economica” della regolamentazione e cioè il riconoscimento dei buoni pasto e il rimborso forfettario dei costi affrontati dai dipendenti in lavoro agile.

Nel tavolo del 17 settembre la bozza di accordo presentata alla firma per la gran parte confermava quella proposta il 15, condivisa e migliorata durante la riunione, che però ancora una volta non affrontava le questioni relative alla “parte economica della regolamentazione”, ritenuta unitariamente come una questione da risolvere.

Pertanto abbiamo ritenuto che la parte “regolamentare” da noi condivisa con le altre OO.SS. era stata in parte migliorata, mentre per la parte economica l’Agenzia si è impegnata (per l’ennesima volta) “a fornire riscontro alle parti sociali in ordine alla eventualità di corrispondere i buoni pasto e i rimborsi forfettari previa autorizzazione da parte degli organi di controllo amministrativi e giurisdizionali”, diversamente da quanto fatto da altre amministrazioni come il Mibact piuttosto che l’Agenzia delle dogane e Monopoli, ecc.

Ricordiamo inoltre che l’Agenzia delle Entrate non è più un Dipartimento del Ministero delle Finanze ma un’amministrazione autonoma dal punto di vista organizzativo e gestionale e a questo va aggiunto che il bilancio previsionale dell’Agenzia già prevede le risorse destinate ai buoni pasto e che il risparmio
realizzato dalla stessa Agenzie durante il lockdown può essere tranquillamente reinvestito in premialità per i lavoratori.

L’accordo di fatto riconferma l’orientamento dell’Agenzia di scaricare i costi sui dipendenti, realizzare risparmi aumentando la produttività e al contempo aumentando i carichi di lavoro degli addetti.

La politica della FP CGIL invece è orientata a non far perseverare l’Agenzia nella strada dei perenni rinvii senza certezza dei risultati, coerentemente con quello che si afferma nel documento unitario.

A distanza di sei mesi la FP CGIL ha deciso di subordinare la firma dell’accordo al 30 settembre, per verificare concretamente l’Agenzia vuole fare per i suoi lavoratori, evitando di avallare anticipatamente con la sottoscrizione un impianto non pienamente soddisfacente.

Adesso pare necessario e urgente, per tutelare al meglio i lavoratori, applicare l’accordo in modo  efficace mediante trattative territoriali, per soddisfare nel migliore dei modi le aspettative dei lavoratori con le regole concordate.

Vedremo poi fra pochi giorni, il 30 settembre, se l’Amministrazione scioglierà positivamente la riserva sulla parte economica.

Pino Tamma, Coord. regionale – Patrizia Tomaselli, Segretario